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Il disciplinare di certificazione di AIA

La Comunità Europea, con il regolamento CEE 1760/00, stabilisce la obbligatorietà della etichettatura delle carni bovine a partire dall’inizio dell’anno 2000.

In merito a ciò, l’Associazione Italiana Allevatori ha definito con il disciplinare approvato dal Mipaf un proprio metodo per la tracciabilità della carne lungo l’intera filiera produttiva.

Il sistema di etichettatura dell’AIA impiega la tecnologia del codice a barre in un processo che, partendo dalla introduzione in azienda di ogni bovino, prevede tutta una serie di registrazioni sull’esistenza dell’animale, la sua macellazione e la sua commercializzazione, garantendo il consumatore che, nell’etichetta finale, può leggere tutta la “storia” del bovino che ha originato la carne.

Il meccanismo di controllo e vigilanza è permesso dalla serie di relazioni tra uffici centrali, periferici ed operatori della filiera, i quali sincronizzano i dati in loro possesso attraverso collegamenti internet. E’ così sempre possibile la reperibilità e la tracciabilità delle carni e, tramite interrogazione informatica, si è in grado di risalire all’origine dei tagli (marca auricolare ed azienda d’allevamento), oppure di stabilire, a valle, la struttura che ha trasformato e commercializzato le carni di un dato animale.